Don Alberto Benedetti

il prete dei castagnari

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CHI ERA DON ALBERTO

 

Nasce a Ceredo di Sant'Anna d'Alfaedo il 28 Aprile 1911.

I primi suoi ricordi sono la fame, la guerra e soprattutto la partenza

del padre per le Americhe in cerca di lavoro; egli ha solo tre anni,

ma quest'episodio segnerà la sua esistenza. La descrizione entusiasta

fattagli dal padre dell'opera dei missionari di Padre Bonomelli

in favore degli emigranti, lo convince nel proposito di diventare

missionario. Superati gli studi primari con l'aiuto dei preti locali,

frequenta in Seminario il Liceo e la Teologia e viene ordinato prete

nel 1935. È curato prima a Cavaion, poi a Sant'Anna per motivi

di salute e quindi a Bussolengo. L'8 Febbraio 1944, il bombardamento

del Seminario, dove aveva felicemente vissuto, la distruzione della

Biblioteca, dove aveva trascorso indimenticabili giornate di studio,

la morte sotto le bombe del Rettore, cui era legato da profonda

amicizia e stima, gli fanno perdere la fiducia nel progresso

dell'umanità e nei conclamati valori della Scienza, della Civiltà e della

Morale. Diventa completamente anarchico, senza tradire mai la sua

vocazione di prete. Ritiratosi nel paese natale, accantona l'idea di farsi

missionario per gli emigranti, ma solo per tentare di risolvere

il problema all'origine: impedire che ci sia emigrazione, educando

gli uomini a diventare intimamente liberi e quindi autonomi, sfruttando

in maniera razionale le risorse locali, contrastando i procacciatori di

schiavitù palesi e sommerse. Ovvio quindi il conflitto con tutti coloro

che operano per il mantenimento o per lo sfruttamento dell'ignoranza.

I suoi studi e le sue ricerche, il suo esempio e il suo impegno sono

sempre tesi alla liberazione dell'uomo da ogni forma di schiavitù

e alla valorizzazione dell'ambiente in cui vive.

 

Muore il 15 Agosto 1997.

PREGHIERA DI RINGRAZIAMENTO

 

Ama il Creatore.

Ama la terra.

Lavora gratuitamente,

conta su quello che hai e sii povero.

Ama qualcuno che non se lo merita.

 

Non ti fidare del governo,

di nessun governo,

e abbraccia gli esseri umani,

nel tuo rapporto con ciascuno di loro

riponi la tua speranza politica.

 

Approva nella natura quello che non capisci

e loda quella speranza

perché ciò che l’uomo non ha razionalizzato

non ha distrutto.

 

Fai le domande che non hanno risposta.

Investi nel millennio.

Pianta castagnari.

Sostieni che il tuo raccolto principale

è la foresta che non hai piantato

e che non vivrai per raccogliere.

 

Ricorda che le foglie quando si decompongono

diventano fertilità:

chiama questo "profitto".

Una profezia così si avvera sempre.

 

Poni la tua fiducia

nei cinque centimetri di terra nera

che si formeranno sotto gli alberi

ogni mille anni.

 

Metti l'orecchio vicino alla terra

e ascolta i bisbigli delle canzoni future.

Aspettati la fine del mondo.

Sorridi, il sorriso è incalcolabile.

 

Don Alberto Benedetti

 

 

 

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